Le informazioni e le immagini contenute in questa pagina web, costituiscono una parte del progetto “I Rituali Popolari Religiosi della Calabria” del Servizio Civile UNPLI svolto dai volontari Giuseppina Rebecca Caligiuri e Alessandro Montuoro nell’anno 2020/2021.

Il progetto, svolto nel corso dell’anno 2020/21, ha favorito la riscoperta e la valorizzazione del patrimonio culturale della Calabria, fatto di usanze, tradizioni, riti religiosi e popolari. L’obiettivo è stato quello di ideare e promuovere iniziative in grado di far conoscere ai giovani e ai più piccoli un’eredità culturale che rischia di scomparire.
Il progetto era incentrato sui Rituali Popolari Religiosi del paese di Amato.

Feste Popolari e Religiose Amatesi

Nel nostro piccolo comune non mancano certo le occasioni di incontro, preghiera e svago durante l’anno. Sono da citare, le più importanti feste (che si svolgevano in passato e che si svolgono tuttora) tra le quali:

  • Epifania;

  • Carnevale;

  • Pasqua e Via Crucis;

  • Mese Mariano;

  • Corpus Domini;

  • Vita e Miracoli di San Francesco;

  • La Novena di San Fran Francesco;

  • La Festa di San Francesco;

  • Novena dei Morti;

  • Festa dei Santi;

  • Festa dei Santi, Commemorazione dei Defunti, Rituali sui funerali;

  • Novena dell’Immacolata;

  • L’Immacolata (festa civile e religiosa);

  • Pranzo con gli Anziani;

  • Vigilia e Natale;

  • Santo Stefano e Recital;

  • Capodanno;

Epifania

Bensì questa festività per detto popolare porti via con sé le altre, abbiamo deciso di iniziare proprio da essa in quanto è collocata all’inizio dell’anno.

In ambito religioso è usanza baciare la statua del Bambinello durante la messa del mattino.

Mentre in ambito popolare, è tipico della Pro Loco organizzare un pomeriggio all’insegna del divertimento e dello svago con la tombolata sia per grandi che per piccini. In questa occasione solitamente c’è chi si traveste da befana e consegna i doni ai bambini.

Carnevale

Tra febbraio e marzo è solito organizzarsi per trascorrere insieme il carnevale che si tiene solitamente la domenica successiva al giovedì grasso. Ci si prepara con carri allegorici e ci si veste con costumi tipici del periodo o li si prepara da sé artigianalmente con fantasia e un pizzico di creatività.

Ad amato l’ultimo carnevale effettivamente realizzato che prevedeva la presenza di carri creati e allestiti dai volontari della Pro Loco, è avvenuto circa quattro anni fa, poiché le rigorose norme di sicurezza giunte con il tempo non hanno facilitato l’organizzazione degli stessi.

Pertanto, dal 2017 in poi, si svolge ogni anno all’interno della sede della Pro Loco, nella sala ricreativa dove i bimbi posso partecipare a gare di maschere e divertirsi tra loro con gli animatori lanciandosi spensieratamente un sacco di coriandoli.

Pasqua e Via Crucis

Per i fedeli si sa che la Pasqua è un momento che ricollega alla rinascita spirituale. La Pasqua cristiana celebra, infatti la Resurrezione di Cristo, avvenuta il terzo giorno dopo la sua Crocifissione al Calvario. Indica il passaggio dalla morte alla vita, attraverso le acque del Battesimo, simbolo del Cristo Crocefisso, purificatore dei peccati, una purificazione che Cristo opera per i suoi fedeli gratuitamente, sacrificando la sua vita per il suo popolo, fornendo un esempio di perdono.

La Pasqua, a differenza del Natale, non viene celebrata ad una data fissa, ma cambia ogni anno, rimanendo però ferma l’usanza di festeggiarla di domenica.

La Pasqua cristiana è preceduta dalla Quaresima, un periodo di penitenza e digiuno di quaranta giorni che ha inizio il Mercoledì delle Ceneri sino al Sabato Santo.

La domenica seguente si celebra la Domenica delle Palme, il cui simbolo è il ramo d’ulivo e nella quale viene ricordato l’arrivo del Messia in Gerusalemme e la sua passione. Da qui ha inizio la Settimana Santa, durante la quale hanno luogo momenti liturgici ben precisi.

La Settimana Santa iniziava con le quaranta ore, ci si recava in chiesa, quindi, il lunedì, il martedì e il mercoledì; il giovedì vi era la cena e il Venerdì Santo la processione. Dal lunedì al mercoledì è il tempo della Riconciliazione, la sera del Giovedì Santo si svolge la Messa in ricordo dell’ultima cena di Gesù.

L’ultima cena, si svolgeva in mezzo la chiesa, dove attualmente si trovano gli archi, si metteva un tavolo grande e si sedevano i dodici apostoli. Come tuttora, la gente portava da casa il pane per farlo benedire.

I cristiani considerano il Venerdì Santo un giorno di contemplazione della passione di Gesù: è infatti in questo giorno che si svolge il rito della Via Crucis. Questa giornata è, per tutti i fedeli, dedicata al digiuno, testimonianza del bisogno di partecipazione alla Passione e alla Morte di Cristo.  La Via Crucis è un rito della chiesa cattolica in cui si commemora il doloroso cammino compiuto da Cristo mentre si dirigeva verso la crocifissione. Ad Amato durante lo svolgimento della processione del Venerdì Santo, alcune ragazze si vestivano da “Verginelle” e portavano, davanti il corteo con la “Naca” di Gesù morto, un lume simbolo della luce che sarebbe poi rinata dopo tre giorni (a Pasqua, appunto). Inoltre, erano presenti le Pie Donne che portavano su dei cuscini la corona di spine di Gesù, i chiodi, il martello. Secondo alcune testimonianze, colui che si vestiva da Gesù (con un abito rosso) veniva spinto e punto da delle lance che avevano altri attori che rappresentavano i centurioni e le guardie. Per quanto riguarda il periodo pasquale, ad Amato non si è mai svolta la vera e propria “Pigliata”. Alcuni compaesani ricordano però, che nel 1977 ci fu la raffigurazione della crocifissione del Signore. Aveva durata di un‘intera giornata ed era caratterizzata da tutte le rappresentazioni, sia dalla benedizione delle Palme che dalla Crocifissione fino alla Risurrezione.

Il Sabato Santo è un giorno di riflessione e preghiera silenziosa. La notte tra sabato e domenica si svolge la Veglia Pasquale, durante la quale si leggono le promesse di Dio al suo popolo. La notte di Pasqua, ci si recava in chiesa, il prete benediva l’acqua e bruciava le palme.

La domenica Santa si celebra la resurrezione di Cristo. Durante la Pasqua, i ragazzini, già da allora, avevano le vacanze. I piatti tipici che ci si prepara a cucinare in questo periodo sono: le cuzzupe, i biscotti “anasprati” e le “pastette”, i “fraguni” e la pitta ripiena. Inoltre, durante la benedizione delle palme, si usavano portare le caramelle o i baci perugina attaccati ai ramoscelli di ulivo in modo che, una volta bagnati dall’acqua santa, si mangiavano e quindi la benedizione riguardava anche il corpo.

Riti Mariani

Tra i cattolici, maggio è noto come il “Mese di Maria”, un mese specifico dell’anno in cui hanno luogo rituali speciali in onore della Beata Vergine Maria. Si tratta di un mese dedicato alla preghiera. Si prega Maria perché la Vergine ha un legame diretto e indissolubile con suo figlio Gesù e quindi con Dio.

Proprio nella preghiera sentita a Maria si può trovare tutto il significato del maggio Mariano, un tempo in cui ci si reca anche a fare pellegrinaggi in luoghi in cui la devozione per la Vergine è particolarmente sentita.

Il rosario è una forma di preghiera che nasce proprio per onorare Maria. Il nome, infatti, deriva dalla rosa che è a tutti gli effetti il fiore della Vergine e simbolo del mese mariano. Non a caso le preghiere che compongono il rosario sono dette “corone” e questo termine è da intendersi come sinonimo di ghirlanda, una ghirlanda di rose, che rappresentano le preghiere. Per questa ragione in maggio si recita spesso il rosario e la preghiera dell’Ave Maria, ma è anche possibile fare un fioretto da offrire alla Madonna, o recitare la Novena.

Per il mese mariano, ogni sera si celebrava la messa, e veniva recitato un rosario apposito. Per l’appunto, vi erano dei rosari specifici per ogni festività. Le “Cento Croci” erano una ricorrenza molto sentita: in ogni rione ci si riuniva e si stava tutti assieme pregando, ma questo rituale è attualmente poco praticato. E’ usanza svolgerlo con tanto entusiasmo durante la giornata del 15 agosto.

Corpus Domini

La festa del Corpus Domini è la festa del Corpo del Signore. È una delle principali solennità dell’anno liturgico della Chiesa cattolica e viene celebrata il giovedì successivo alla domenica dedicata alla festa della Santissima Trinità (in alcuni Paesi tra cui l’Italia, la domenica successiva). Cade, quindi, nella seconda settimana dopo la Pentecoste.

La festa del Corpus Domini venne istituita perché era sorta l’esigenza di dedicare un giorno specifico alla celebrazione dell’Eucarestia. Essendo una delle più popolari della cristianità, viene festeggiata con imponenti processioni che si svolgono per le vie di molte città italiane.

Si porta, racchiusa in un ostensorio sottostante un baldacchino, un’ostia consacrata ed esposta alla pubblica adorazione: viene adorato Gesù vivo e vero, presente nel Santissimo Sacramento. Il Corpus Domini è legato in molti paesi alla tradizione del corpus, col pavimento di vie e piazze ricoperto con i petali dei fiori a comporre figure e motivi geometrici per creare un tappeto di bellezza al passaggio della processione con il Santissimo Sacramento. Sono, anche, un momento magico per visitare le città, o i piccoli paesi.

Ad Amato, in occasione del Corpus Domini, si stendevano fuori dai balconi le migliori coperte e tovaglie (tipicamente quelle dorate, celesti o bianche). Coloro i quali si erano da poco comunicati (avevano fatto da pochi giorni la comunione) sfilavano davanti all’eucarestia in corteo con gli abitini bianchi tipici della comunione. Si andava a raccogliere ginestre, papaveri e rose e poi si lanciavano nel momento dell’arrivo di Gesù ai vari altarini che venivano allestiti per le vie del paese (quest’usanza è ancora in uso, anche se il numero di altarini e partecipanti è diminuito a causa dello spopolamento). Si adornava la chiesa con gli stendardi di stoffa. C’era l’organo in chiesa che suonava, e c’era il pulpito. La processione prevedeva anche l’impiego di un baldacchino e di un ombrello (quest’ultimo veniva portato dal Sindaco per coprire l’Eucarestia), il quale una volta arrivati in chiesa, veniva liberato dai numerosi fiori gettati dalla popolazione durante tutto il giro. Questa tradizione è stata ripresa negli ultimi tre anni dall’attuale parroco Don Emanuele Gigliotti.

In passato, si organizzavano anche dei concorsi per chi realizzava l’altarino più bello e adornato nel modo migliore. Questi ultimi erano realizzati sia dagli uomini e dalle donne che dai bambini. Alle comunioni, non si dava la vera Eucarestia subito ai comunicandi, bensì alla fine della messa. Non si facevano nemmeno le foto, visto che quasi nessuno aveva la possibilità di pagare un fotografo ed è da considerare che ai quei tempi di fotografi ce n’erano pochi.

Novena di San Francesco

Nove giorni prima della domenica di festa, inizia la cosiddetta “Novena di San Francesco” dove, nella Chiesa madre di Amato dedicata all’Immacolata Concezione, ogni giorno hanno luogo delle messe che riguardano una categoria di persone o di argomento (ad esempio c’è la messa delle famiglie, la messa delle contrade, la messa dei giovani e dei bambini ecc.) con la celebrazione non solo del Parroco di Amato, ma anche di altri preti della Diocesi e non solo.

Durante la Novena e il giorno di festa vengono esposte, ciclicamente, le reliquie del Santo nella Chiesa Madre. Ad esempio, l’ultima celebrazione con la presenza delle reliquie si è verificata ad agosto del 2018.

Ad Amato, in passato, durante la novena nonostante ci fosse molto da fare, si andava comunque a dedicare quell’oretta di preghiera al Santo Patrono. Il venerdì di novena c’era la benedizione degli abitini di San Francesco per coloro che erano vestiti (sia bimbi che adulti). I vestiti sono indossati soprattutto per voto (si chiedeva il voto, principalmente per guarire). C’erano due messe: una intorno alle 8.00 (ci andavano le mamme che poi dovevano cucinare a pranzo) e alle 11.00 (per i giovani e i mariti).

In gioventù, in occasione della festa, gli abitanti che vivevano nelle campagne, si recavano in messa con largo anticipo per occupare i posti e si portavano anche delle sedie per riuscire ad assistere alla messa comodamente. Ciò avveniva ogni giorno dei novenari. Tra la fine degli anni ‘50 e gli inizi degli anni ‘60, durante la novena, c’erano delle persone che suonavano l’organetto ed esisteva già un coro. Suonava la banda musicale, a quel tempo non quella amatese, e i musicanti venivano ospitati dalle famiglie (uno per famiglia) e si dava loro da mangiare.

La Festa di San Francesco

Ogni anno ad Amato, durante le prime due settimane del mese di agosto, si svolge la festa e la tradizionale cerimonia religiosa della Processione di San Francesco da Paola. In passato, i festeggiamenti in onore del Santo si celebravano l’ultima domenica di maggio e duravano tre giorni, preceduti dal novenario. Dal venerdì alla domenica era caratteristica la fiera del bestiame, evento atteso da tutto il circondario per l’abbondanza di animali presenti. Questa grande fiera si teneva, principalmente, nella zona Variante e Croci.

La vigilia era dedicata ai giochi popolari e ai piatti tipici che venivano predisposti in piazza, in stand improvvisati, e comprendevano il caratteristico spezzatino (stufato di trippa bovina con abbondante peperoncino piccante).

La giornata della Festa era caratterizzata da una suggestiva processione che percorreva le vie del paese con canti in onore del Santo protettore. La serata si chiudeva con l’esibizione della banda musicale in piazza. A causa del clima rigido e soprattutto per dar modo ai tanti emigrati di poter assistere alle celebrazioni, con delibera di Giunta, nel 1970, la festa è stata spostata alla seconda domenica di agosto. Anche chi non aveva del cibo, nella festa di San Francesco, riusciva comunque a procurarselo lo stesso perché erano gli altri compaesani a portargli da mangiare e magari capitava che quella stessa persona riceveva cibo da più persone e quindi mangiava ugualmente quei piatti prelibati, pur non potendo permetterselo.

La processione era svolta con la statua di San Francesco avvolto da una coperta a cui si attaccavano per mezzo di spilli i soldi e le offerte. Questa tradizione si è poi interrotta probabilmente per tre motivi: sia per il rischio di furti di denaro (anche se era difficile avvenissero poiché sia a destra che a sinistra della statua erano presenti due carabinieri a sorvegliare le offerte dall’inizio alla fine della processione); sia per una questione di rispetto e dignità nei confronti di coloro i quali non avevano molto da offrire e attaccavano le poche banconote che avevano in confronto a chi possedeva di più e non esitava a metterlo in mostra; sia perché San Francesco era povero e aveva anche rifiutato del denaro dal re di Francia e quindi non era necessario attaccargli i soldi addosso quando egli stesso li aveva rifiutati nella sua vita.

In passato la chiesa era piena e bisognava portarsi la sedia da casa e gli uomini stavano in piedi nelle navate laterali e nella zona finale della navata (sotto il portico). Precedentemente, non esisteva la serata dedicata ai cantanti e ai gruppi musicali. Tutti gli anni, la gente emigrata, donava un’offerta per la festa di San Francesco (e molti ancora lo fanno). C’erano tante bancarelle dove si potevano acquistare anche salumi, formaggi, prodotti caseari e locali presenti durante le due giornate principali della festa, che arrivavano fino alla zona detta dei “Croci”.

La festa durava due giorni e in quell’occasione erano organizzati i giochi popolari (sia per grandi che per piccini) con giochi particolari come, ad esempio, l’albero della cuccagna. All’epoca, era presente in paese la caserma dei Carabinieri i quali vigilavano anche alla festa di San Francesco e alla fiera del bestiame affinché non accadessero disordini. A quei tempi, effettivamente, la festa era più sentita e molto più partecipata e si viveva il tutto con particolare gioia tanto che, alcune famiglie per l’occasione, si recavano a Catanzaro e nei negozi compravano dei vestiti, le scarpe e dei calzini appostiti da indossare in quel particolare giorno.

La processione, si celebrava, anche nelle contrade. Tutto iniziava durante la prima domenica del mese di agosto, dove la statua del Santo (coperta da una teca di vetro) veniva portata in processione lungo le strade delle contrade amatesi e accompagnata dalla Banda Musicale che suona su un apposito mezzo (di solito un camion aperto). Il Santo veniva fatto fermare lungo il percorso laddove si trovano delle Icone con degli altarini (in dialetto amatese: “E conedde”) dove si pregava insieme ai fedeli che abitano nelle campagne ma anche con quelli che partecipano e che risiedono nel centro urbano. Al termine della processione, la festa civile si svolgeva, a rotazione ogni anno, in una delle contrade dove veniva allestito un buffet ed era possibile ammirare un piccolo spettacolo musicale che si concludeva con i fuochi d’artificio.

La festa cittadina, si svolge per lo più in due giornate: nella serata del secondo sabato del mese di agosto, dove si può assistere al tradizionale concerto, e durante l’intera giornata della seconda domenica d’agosto dove:

  • Il risveglio inizia con il passaggio della Banda Musicale Città di Amato (composta non solo da amatesi, ma anche da musicisti del circondario);

  • Intorno alle 11.00 inizia la Santa Messa dedicata al Santo Patrono di Amato;

  • L’ora di pranzo è il momento di riunione e di festeggiamento delle famiglie che degustano i piatti tipici locali;

  • Sul tardo pomeriggio (di solito intorno alle 18.00) si dà il via alla processione religiosa. In questa cerimonia, il Santo viene portato per le vie del paese in modo da benedire la maggior parte delle stradine e delle viuzze del piccolo borgo, accompagnato dalla banda musicale e dalle istituzioni cittadine (sindaco e componenti del consiglio comunale, oltre che le forze dell’ordine a garantire la sicurezza durante la manifestazione). La processione, anche in questo caso, segue un ordine rotatorio: infatti, quasi ogni anno, l’itinerario della processione varia ma rimangono inalterati l’inizio, ovvero dalla Chiesa Madre, e la fine della stessa che si conclude con l’arrivo in piazza F. Caligiuri e con il lancio di coriandoli e in tradizionali fuochi di chiusura della processione (detti anche “colpi scuri” poiché non hanno un colore ma fanno solo rumore). La processione è un momento molto sentito per i cittadini amatesi che, ogni anno, accorrono in massa per parteciparvi;

  • Alla sera, di solito dopo le 21.30, si può assistere all’ultimo concerto della festa, organizzato in Piazza Francesco Caligiuri, a cui segue l’acclamato spettacolo pirotecnico eseguito dal colle più alto che sovrasta il paese in cui si trova uno dei simboli di Amato: il “Casino di Mazza”.

L’intera festa nelle sue varie tappe è organizzata dal “Comitato Festa San Francesco”, composto da cittadini e da componenti della Pro Loco Amato e del Consiglio Comunale, che vogliono mettere al servizio della comunità tempo, pazienza e volontà per organizzare al meglio la tradizionale festa che richiama in patria la maggior parte degli emigrati.

L’organizzazione della festa non è per nulla semplice e richiede molto lavoro di squadra e una grande disponibilità di tempo libero. Infatti, già settimane prima dell’inizio della festa, il Comitato si reca per le case dei cittadini a chiedere un contributo volontario per la riuscita della festa, e i cittadini sono ben contenti di partecipare.

Inoltre, come ogni anno, gli emigrati amatesi che risiedono all’estero, inviano una missiva con una colletta e i nomi delle famiglie che hanno partecipato, affinché, anche se non saranno presenti tutti fisicamente, la festa possa godere del loro contributo economico e possa essere ogni anno più bella.

Spetta al comitato, accollarsi i lavori di messa in sicurezza delle zone in cui avverrà la processione e, tramite un esperto in materia di sicurezza, stabilire le vie di fuga e il posizionamento del materiale (estintori, cartelli con indicazioni, mappe, blocchi per evitare l’accesso ai veicoli ecc.).

Solitamente, le giornate di festa, non sono solo due ma sono integrate da altre giornate in cui la Pro Loco Amato organizza degli eventi, come ad esempio: tornei di calcetto, giochi popolari, tornei di carte ecc. Importante è citare la serata della Pro Loco che, di solito, si svolge o il secondo giovedì o il secondo venerdì di agosto e nella quale si realizza una sagra con alcuni dei piatti tipici amatesi oltre ad uno spettacolo musicale. Inoltre, per i più piccoli, vengono messi  a disposizione diversi gonfiabili, per far sì che si possano divertire anche nelle giornate di festa per tutta la comunità.

La Festa dei Santi

La festa che ricorda tutti i Santi ha origini antichissime. Si osserva in Paesi di tutto il mondo, con tradizioni diverse. Viene celebrata il 1° novembre ed è nota particolarmente come “Il Giorno di Ognissanti”. È una festa cristiana che celebra la gloria e l’onore di tutti i santi, compresi quelli non canonizzati. Le sue origini, però, si perdono tra sacro e profano. Nel giorno dedicato alla solennità di Tutti i Santi, festeggiamo non soltanto i santi conosciuti, ma anche tutti quei santi anonimi che in silenzio, nella vita di ogni giorno, hanno praticato la pienezza del Vangelo. Una festa che invita alla speranza.

Ad Amato, la giornata del 31 Ottobre, che precede la Festa di Tutti i Santi, è vissuta come un momento di cultura e svago per i bambini e ragazzi della comunità. Infatti, piuttosto che festeggiare Halloween, essi trascorrono il loro tempo con gli amici, con il Parroco e le catechiste che organizzano, spesso con la partecipazione della Pro Loco, dei momenti di riflessione e cultura su alcuni Santi con la realizzazione di giochi di squadra, quiz, cartelloni e proiezione di film e documentari sul tema.

La Novena dei Morti, la Commemorazione e i Rituali sui Funerali

La commemorazione di tutti i fedeli defunti è una ricorrenza della Chiesa latina, celebrata il 2 novembre di ogni anno. La ricorrenza è preceduta da un tempo di preparazione e preghiera in suffragio dei defunti della durata di nove giorni: la cosiddetta “Novena dei Morti”, che incomincia il giorno 24 ottobre.

È consuetudine, nel giorno dedicato al ricordo dei defunti, visitare i cimiteri locali e portare in dono fiori e lumini sulle tombe dei propri cari. In passato, nel Paese, il Rosario dei Morti si recitava la mattina presto alle 4.30, durante la novena della Commemorazione dei Defunti. Il 2 novembre, si svolgeva il corteo dalla chiesa al cimitero intorno alle otto di mattina.

Il rito funebre è un rituale civile e/o religioso che si celebra in seguito alla morte di una persona. Ai funerali, una volta arrivati al cimitero, si usava girare intorno alla bara del defunto come simbolo di saluto recitando la preghiera dell’eterno riposo. Il defunto, però, non veniva seppellito subito, ma bisognava aspettare 40 ore, prima della sepoltura onde evitare che si trattasse di morte apparente e che si potesse risvegliare, magari dopo essere svenuto o essere andato in coma. La bara, quindi, per 40 ore veniva tenuta nella sala mortuaria del cimitero.

È da considerare, che ciò avvenne dopo la costruzione del cimitero che fu edificato non molti anni fa. Prima di allora, le sepolture avvenivano sotto la chiesa, nell’ossario.

Nella giornata del 4 novembre, dedicata a ricordare i propri cari defunti vittime delle guerre mondiali, la popolazione si reca presso il Monumento dei Caduti in guerra sito in Piazza Michele Torcia accompagnata dall’Amministrazione Comunale e dal Parroco. Quest’ultimo benedice il monumento e la Banda Musicale accompagna il rito con delle marce specifiche. Segue il minuto di silenzio ad onorare le vittime e il rientro in chiesa per la funzione religiosa vera e propria.

La Novena e la Festa dell’Immacolata

La novena alla Madonna Immacolata inizia il 29 novembre e si conclude il 7 dicembre, giorno della vigilia della solennità dell’Immacolata Concezione e anticipa la successiva festa che si terrà il giorno successivo.

L’Immacolata Concezione è una delle più importanti festività della religione cattolica. Cade l’8 dicembre e con essa si celebra la figura della Vergine Maria, secondo la liturgia della Chiesa.

Per Amato, questa festività, assieme a quella di San Francesco, è tra le più importanti. È la Festa della parrocchia perché la chiesa madre è dedicata alla Madonna.

Sin da sempre, alla novena seguiva la processione e si ripercorreva, come tutt’ora, l’intero paese con la statua dell’Immacolata, sorretta dai portantini. In passato la processione veniva svolta a mezzogiorno, durante la quale si esponevano lungo le case del paese le coperte addobbate e realizzate per l’occasione.

Attualmente, la Pro Loco, per celebrare questa festività e creare un momento di ritrovo e spensieratezza per i concittadini, organizza una serata (quella del 7 dicembre) all’insegna del divertimento e piacere dove si realizzano dei banchetti nella piazza principale del paese, nei quali si trovano prelibatezze e piatti tipici del periodo. Alcuni cittadini del paese partecipano alla manifestazione prestandosi ad aiutare i membri dell’Associazione. Ognuno ha un compito preciso: c’è chi aiuta a sistemare gli stand gastronomici, chi dà una mano in cucina e chi si occupa della vendita dei biglietti per la degustazione delle principali pietanze della serata, preparati con cura e amore, che accompagneranno la serata, tra cui: le pitte fritte, la pasta con i ceci, i panini con la porchetta, lo spezzatino, le patatine fritte, il panettone e il vino locale.

Ad allietare la serata ci pensano i volontari della Pro Loco e i giovani di Amato con karaoke e balli di gruppo e a cui segue il concerto degli zampognari. Inoltre, in questa festività è solito organizzare, da qualche anno a questa parte, una vendita di stelle di Natale a scopo benefico, mediante l’acquisto o la prenotazione con un piccolo contributo.

Pranzo con gli Anziani

Come ormai da tradizione, l’Associazione Turistica Pro Loco è solita organizzare una giornata dedicata esclusivamente agli anziani del paese, nel periodo natalizio. Quest’iniziativa viene realizzata con il supporto dell’Amministrazione comunale e della Parrocchia dell’Immacolata di Amato. La prima mette a disposizione lo scuolabus per il servizio navetta, che a partire dalle ore 10:00 si occupa di accompagnare gli anziani dalle loro abitazioni fino alla Chiesa, situata in piazza F. Caligiuri, per la messa domenicale delle ore 11:00.

Al termine della celebrazione, gli anziani vengono accompagnati nella sede della Pro Loco, dove i volontari preparano un pranzo all’insegna della compagnia, del divertimento e del buon cibo. E’ un momento di festa e di gioia per le persone anziane del nostro paese, che ogni anno attendono con trepidazione il pranzo di Natale, ed è un momento di felicità anche per i membri della Pro Loco che sono fieri e contenti di ospitare i custodi delle memorie di Amato.

Vigilia e Natale

Il Natale, si sa, è la festa più magica dell’anno. È il momento in cui iniziano le vacanze, ci si riposa, ci si gode la compagnia della famiglia, si sta a casa tutti assieme. La Vigilia di Natale viene festeggiata il 24 dicembre, è la notte dell’attesa. Infatti, a mezzanotte, i fedeli si recano a messa perché si celebra la nascita di Gesù.

Tanti i piatti tipici preparati in onore di questa serata. Da Nord a Sud, le tavole italiane sono percorse da un unico filo rosso, quello della tradizione.  Pasta fatta in casa, minestre, verdure, pesce, insomma si ama gustare i piatti di una volta, quelli che preparavano le nostre nonne e che si tramandano da generazione in generazione.

Intorno alla mezzanotte i bambini poi inseriscono la figura di Gesù Bambino nel presepe, uno dei simboli cristiani del Natale più amati. Assieme ai propri cari si scartano i regali, doni che solitamente i piccoli richiedono, attraverso una letterina, a Babbo Natale.

A Natale, tutto è possibile, le strade, intere città e piccoli paesi si illuminano regalando bellezza e gioia agli occhi di chi osserva. Si preparano l’albero, il presepe e si addobba la casa con i colori tipici di questa festività. “Il Natale è un sentimento, si prova nel cuore”.

Ad Amato, in passato, la notte del 24 dicembre si radunavano gli zampognari e suonavano “Tu scendi dalle stelle”. Il 24 si mangiava leggeri e non la carne, mentre il pranzo del 25 era più corposo. Si facevano le tombolate in famiglia e non come comunità intera (non esisteva ancora la tombolata della befana organizzata dalla Pro Loco).

Nelle case delle famiglie Amatesi si cucinavano le linguine con il baccalà, per secondo il baccalà con la salsa e i broccoli, il baccalà fritto con peperoncino e olive nere e infine si assaporavano i torroni, le Susumelle e la frutta.

Dopo la cena, ci si recava in chiesa per la Santa messa e si portava il Bambinello al presepe in piazza accompagnato dagli zampognari che facevano la “Strina” (canzoni tipicamente natalizie come avviene per una serenata). Agli zampognari venivano offerti, in ringraziamento per le strine (siccome le zampogne erano di buon augurio e non venivano mai suonate vicino ad una abitazione dove era deceduto qualcuno nel corso dell’anno), un bicchierino di anice, un po’ di pignolata e delle pitte fritte (che potevano essere sia classiche che con la sarda). Non erano previsti Recital o Musical particolari, al loro posto si esibivano i bambini della scuola materna (così come avveniva anche alla Festa della Mamma e del Papà).

I concittadini allestivano i propri magazzini e le loro case con i presepi. Alcuni anni fa si è addirittura svolto un concorso a premi per il miglior presepe di Amato, organizzato dalla Pro Loco allora presieduta da Pietro Cappellano.

Santo Stefano e Recital

Dopo Natale continuano le celebrazioni con il giorno di Santo Stefano. Nella tradizione cristiana ha un’importanza fondamentale, perché è considerato il primo martire della storia.  Dunque fu la prima persona che si è immolata per la sua religione ed è stato ucciso in suo nome. La Chiesa lo ha simbolicamente avvicinato a Gesù, celebrando il suo nome nel giorno dopo la sua nascita, ovvero il 26 dicembre.

In passato nel nostro piccolo paesino, nel giorno di Santo Stefano non veniva organizzato nulla in particolare, era presente esclusivamente la messa.

Attualmente, invece, oltre a recarsi in Chiesa, la sera si può partecipare allo spettacolo musicale organizzato da grandi e piccini conosciuto con il nome di “Recital” e che si svolge nella Chiesa Madre.

Capodanno

Oltre Natale e Santo Stefano, in tutto il mondo si festeggia il Capodanno. Ci si prepara a salutare l’anno passato e si accoglie il nuovo anno. Si preparano progetti, aspettative, bilanci di chiusura per analizzare tutto ciò chi si è precedentemente vissuto. Si ripensa a tutto ciò che si è provato, a cosa è andato male, e cosa bene.

Al giorno d’oggi, in Italia, il Capodanno è accompagnato, nella notte tra il 31 dicembre e il 1º gennaio, dal tipico veglione, in cui si cena insieme ad amici e familiari e si consumano i piatti tipici della tradizione italiana come lenticchie, cotechino, zampone e stinco. Allo scoccare della mezzanotte si sparano i fuochi d’artificio, si stappano bottiglie di spumante o champagne e si brinda al nuovo anno. Il Capodanno viene anche festeggiato, con serate organizzate ad hoc per questa ricorrenza, nelle discoteche, nelle piazze e nei ristoranti.

Sono tantissime le tradizioni legate a questa festa. Molti usano fare buoni propositi per l’anno nuovo. I riti scaramantici, compiuti in segno di buon auspicio e per attirare a sé fortuna e ricchezza, sono quelli di gettare dalla finestra oggetti vecchi (anche se questa tradizione, per ovvi motivi, è ampiamente criticata e discussa), mangiare lenticchie, melograni, uva passa o baciare sotto il vischio la persona amata.

In passato, nel nostro Paese a Capodanno c’era il fuoco in piazza e si stava fino a notte tarda a festeggiare l’arrivo del nuovo anno. Si facevano le tombolate in famiglia ed era una festività vissuta con meno mondanità, più intima e tranquilla.

Prendi visione dell’intera Relazione redatta dai volontari del Servizio Civile UNPLI Rebecca Caligiuri e Alessandro Montuoro, durante il periodo 2020/2021!

Scarica la Relazione!

Scopri di più sui Rituali Popolari e Religiosi Amatesi direttamente dalle voci di coloro che li hanno sempre vissuti e raccontati!

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Le informazioni presenti in questa pagina web sono state raccolte da Rebecca Caligiuri e Alessandro Montuoro, volontari del Servizio Civile UNPLI per l’anno 2020/2021, nell’ambito del progetto regionale “I Rituali Popolari Religiosi della Calabria”.

Le immagini, le foto e i video presenti in questa pagina web sono state gentilmente fornite ed appartengono a Fabio La Manna e Giuseppe Scalise.

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